Da quando siamo piccoli e abbiamo mosso i primi passi all’interno del sistema scolastico, Agosto ha da sempre coinciso con la pausa e Settembre è associato ad un nuovo inizio, un nuovo Capodanno.
Quello che era rimasto in sospeso – programmi, buoni propositi e così via – può essere ripreso perchè in fondo ci consola l’idea che abbiamo ancora gli ultimi mesi per poter realizzare quanto prospettato.
Settembre è il Capodanno della speranza, dell’ultima possibilità.
Da un lato è motivante poter avere un nuovo inizio, dall’altro ci mette addosso un notevole carico di responsabilità verso noi stessi e le nostre più alte aspettative.
Agosto corrisponde con le ferie della maggior parte delle persone e la pausa delle attività che normalmente svolgiamo. Non solo è una pausa necessaria e fisiologica per permettere al proprio corpo e alla propria mente di riprendersi, ma è anche una pausa funzionale a “preparare il terreno”.
Agosto corrisponde anche alla pausa delle sedute terapeutiche. La pausa delle sedute non coincide con la pausa della terapia in senso ampio; quest’ultima infatti non si limita ad esistere solo nei singoli incontri, ma ha vita a sé stante.
Oggi cercheremo di capire cosa accade alla terapia durante questo momento di sospensione.
La terapia continua anche durante i momenti di pausa che sono parte integrante del percorso. In questi momenti veniamo in contatto con quella parte di noi che emerge dall’attesa dell’Altro.
L’attesa dell’Altro è una componente importante della nostra relazionalità che porta con sé domande fondamentali su noi stessi.
L’attesa dell’Altro è una componente importante della nostra relazionalità che porta con sé domande fondamentali su noi stessi.
L’attesa dell’Altro ci racconta anche il tipo di relazione che abbiamo instaurato: potremmo sentirne la mancanza o viceversa sentirci liberi e più “leggeri”.
La sospensione della terapia è quindi un momento di rielaborazione e revisione delle settimane e dei mesi trascorsi, in cui si è svolto un duplice lavoro: sul quotidiano e sul Desiderio.
Data la natura dispendiosa di un simile lavoro che richiede molte energie, la terapia può andare incontro a un momento di “stanchezza” dovuto al continuo lavoro fatto su se stessi e sul proprio rapporto con il mondo e con gli altri. Questo momento di stanchezza corrisponde a quel momento in cui ci sembra di non fare passi avanti e di ricadere in vecchie abitudini.
La psicoterapia lavorando a vari livelli proprio sulle scorciatoie e rivedendole continuamente, sollecita nella mente un lavoro costante e continuo per la creazione di nuove connessioni. Non è strano quindi che durante la pausa si possa riproporre un vecchia scorciatoia.
Questa è una fase normale perchè la nostra mente quando è stanca e si trova a fronteggiare situazioni complesse utilizza le scorciatoie, vie semplici e brevi, che nel tempo ha già testato e che hanno funzionato.
Tuttavia anche questi periodi di apparente “stanchezza” o “di stallo e blocco” hanno una loro funzione.
Queste fasi sono per certi versi preparatori a quel lavoro di riposo che avviene nel mese di Agosto. In questo mese infatti “viene preparato il terreno per la coltivazione” ovvero in questo momento l’energia vitale di ciascuno si concentra e può dirigersi verso desideri e nuovi progetti.
Nel periodo di sospensione la nostra energia può concentrarsi nel Desiderio che solitamente viene frustrato nella quotidianità. Per questo Agosto, emblema della pausa, è un momento fondamentale e indispensabile per preparare e mobilitare il nostro Desiderio.
La sfida di Settembre infatti diventa quella di “stare nel Desiderio”, di non eluderlo, deluderlo e non deluderci. Spinti da questa rinnovata energia iniziamo con grande entusiasmo questo nuovo mese, ma la mortificazione del Desiderio purtroppo è inevitabile: impegni, distrazioni, scadenze, incombenze e imprevisti ci distolgono e ci fanno deragliare dal nostro entusiasmo iniziale e così il Desiderio si trova a dover fare i conti con un nuovo elemento nemico il Tempo.
Mentre il mese precedente il tempo sembrava inesauribile, il ritorno alla vita quotidiana restringe sempre di più il Tempo del Desiderio. Ed è qui che si consuma la nuova sfida posta dal mese di Settembre.
La pausa è quindi quel periodo in cui “si prepara il terreno” con le nuove conoscenze acquisite in terapia e può riemergere il Desiderio che ora ha energie a sufficienza per tornare vitale. Per questo è un periodo in cui stiamo abbastanza bene. Siamo in una condizione di ascolto del Futuro emergente, un futuro non ancora dato ma potenziale.
Il ricominciare quindi si tinge di nuove speranze e prospettive da un lato, ma dall’altro c’è sempre l’ombra di venire risucchiati da ciò che abbiamo lasciato durante la pausa e, infine, di non farcela.
Le incertezze e la sofferenza sono inevitabili, come il lavoro costante. Così Settembre ci mette di fronte a una nuova sfida, una minaccia, in cui il lavoro terapeutico è chiamato a sorreggere questa rinnovata energia e questa spinta vitale, solcando i mari dell’incertezza e della paura di non farcela ancora una volta, al fine di andare avanti e trovare un strada in cui il Desiderio possa sopravvivere.
Alessandra Notaro