Dopo mille indecisioni e ripensamenti, siamo finalmente pronti a intraprendere un percorso terapeutico. Iniziamo la ricerca, online o con il passaparola finchè un dubbio ci assale: da dove cominciare e, soprattutto, riuscirò a trovare la persona giusta per me?
Sembra quasi la ricerca di un partner su Tinder, e forse per certi versi lo è, perchè con questa persona condivideremo le nostre fragilità e la nostra parte emotiva, sveleremo i nostri segreti e parleremo di parti imbarazzanti di noi. Una relazione diversa da quella con un partner, ma sicuramente intensa e che ci metterà allo scoperto.
Siamo pronti e pronte a metterci a nudo? Di sicuro potremmo farlo solo con una persona di cui ci fidiamo e che abbia quegli elementi che cerchiamo in una relazione di questo tipo.
Ma quali sono questi elementi se non abbiamo mai avuto un’esperienza simile?
Qui subentrano diversi fattori che rientrano in due grandi categorie: una categoria generale che racchiude caratteristiche universali e generalizzabili a tutte le relazioni, e un fattore individuale e personale. Ma andiamo con ordine.
Trovare il terapeuta, quello che vi rimarrà nel cuore, non è semplice. Magari siete fortunate e in base alle ricerche attente, o al caso riuscirete a contattare la persona adatta a voi; altre volte invece dovrete provare diversi terapeuti prima di incontrare quello che fa al caso vostro.
Vediamo quali sono in linea di massima le caratteristiche desiderabili in una relazione terapeutica, al di là di titoli e curricula che non restituiscono l’essenza della persona stessa.
Ascolto, empatia e fiducia
Una relazione terapeutica non può esimersi da queste qualità che pongo alla base della relazione. Il terapeuta deve essere interessato alla persona che ha di fronte, dovrà ascoltare ciò che il paziente ha da dire e i suoi pensieri, nonché, dovrà “entrare” con delicatezza nel suo mondo.
Anche se due persone hanno una visione diversa del mondo, la terapia non è il luogo del dibattito, ma è il posto in cui si cerca di spianare la via più adatta affinché quella persona possa avanzare senza pregiudizi e imposizioni esterne.
La terapia è uno spazio di libero pensiero, un laboratorio in cui si esplorano le proprie dinamiche interiori e si cerca di capire il mondo che ci circonda e come, infine, questi due elementi, mondo interno e mondo esterno, possono convivere senza che uno collassi sull’altro.
Con il vostro terapeuta dovreste quindi sentivi a vostro agio nel poter confidarvi.
Dialogo aperto e illuminante
In base all’approccio questa modalità ovviamente può cambiare. Se cercate una psicoanalisi di stampo classico troverete poco scambio con il terapeuta in quanto è l’approccio stesso che richiede una simile distanza al fine di far emergere i contenuti emotivi inconsci. Se cercate invece anche la possibilità di uno scambio aperto allora dovrete andare su altri orientamenti psicoterapici.
Ciò che si cerca dalla psicoterapia alla fine è, non tanto una soluzione, ma sono gli strumenti per poter costruire quella soluzione.
Questi strumenti possono arrivare da qualsiasi elemento portato in seduta, un sogno, uno scambio, una battuta, insomma qualsiasi cosa possa portarci alla rivelazione, all’insight, che stavamo cercando e che sarà motore di cambiamento.
Al di là dell’approccio quindi la terapia dovrebbe darvi questa sensazione di rivelazione, che ovviamente non avviene in tutte le sedute a cadenza regolare. Ma anche il solo scoprire qualcosa di nuovo o arrivare a formulare pensieri o domande mai fatti prima potrebbe essere ciò di cui avete bisogno e che state cercando.
Oltre alla fiducia e al piacere dello stare insieme condividendo lo spazio della terapia, ci sono altri aspetti da valutare. In buona parte questi aspetti sono soggettivi.
Cosa cerco in un terapeuta? E da una terapia?
Questa è di certo una domanda a cui solo voi potete rispondere e la risposta varia da persona a persona. Cerco solo ascolto e comprensione o anche ispirazione e guida? Elementi che abbiamo visto prima.
Al di là dell’approccio, ogni terapeuta si distingue per la propria quota di individualità ( personalità, tecnica, teoria e cultura personale) che si inserisce nello spazio terapeutico con il suo esserci.
Queste caratteristiche entrano inevitabilmente in gioco nello spazio dell’analisi in cui il terapeuta mantiene pur sempre la giusta distanza e allo stesso tempo una vicinanza che possa permettergli di “entrare” nel mondo del paziente, sostenerlo e mobilitare le sue energie interiori.
Il fattore “Gancio”
Un altro fattore importante e inconscio che ho ritrovato spesso in terapia è quello che chiamo il “gancio, ovvero un fattore inconscio che tiene la relazione.
Quello che chiamo “gancio” è invisibile e inconscio, è tuttalpiù una sensazione.
Il “gancio” può essere: qualcosa che accomuna terapeuta e paziente oppure qualcosa che il paziente può riconoscere nel terapeuta come familiare o, al contrario, come “mancante“.
Insomma una variabile inspiegabile e non generalizzatile che lega e tiene insieme la relazione terapeutica e su cui le dinamiche della diede paziente-terapeuta poggiano.
L’articolo di Alessandra Notaro