Tou-Rock: Ezio Bosso, Musica e Terapia

Le belle sorprese possono arrivare dalle situazioni meno aspettate; questo è quello che è successo al Festival di Sanremo.

Ospite della seconda serata della gara canora, Ezio Bosso, un musicista, compositore e direttore d’orchestra (potete trovare il video della performance qui).
Bosso, dal 2011 convive con una malattia neurodegenerativa, una forma di
SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), che lo costringe a una sedia a rotelle e a un movimento corporeo scomposto e poco fluido.

Nonostante le difficoltà, l’attività creativa di Bosso non è diminuita e, come ha mostrato ieri all’Ariston, quando suona i sintomi si affievoliscono e le mani si muovono veloci sui tasti del pianoforte.

Bosso
La musica può quindi essere un fattore di
resilienza e un fattore terapeutico, non solo a livello emozionale, ma anche a livello motorio.
Il legame con la musica ha permesso a Bosso di non arrendersi al declino della malattia, l’attività motoria e neurale ad essa connessa hanno fatto sì che l’abilità di suonare il piano sia rimasta intatta.

L’aspetto protettivo e terapeutico della musica, non si riscontra solo in questo caso particolare, ma come è stato narrato da Oliver Sacks in “Musicofilia”, lo si è verificato anche in patologie come l’Afasia, il Morbo di Parkinson, la Sindrome di Tourette.

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I pazienti con
Afasia a livello espressivo presentano deficit nella capacità di comunicare verbalmente che comportano frustrazione, isolamento e stigma sociale.
Attraverso la terapia dell’
intonazione questi pazienti sono in grado di cantare partendo da semplici melodie accennate fino a parole vere e proprie.

Sacks nel suo libro descrive Samuel S., un settantenne afasico grave, per il quale non erano state sufficienti le lunghe sedute di logopedia.
Lavorando sul paziente venne scoperto che riusciva a cantare poche parole di
Ol’Man River e attraverso delle sedute in cui veniva accompagnato con il canto e la musica di una fisarmonica, riuscì a recuperare tutte le parole della canzone.

Il metodo dell’intonazione (così come altre forme di musicoterapia) non solo permette di riacquistare la capacità di riprodurre tutto il testo di una o più canzoni, ma anche di ripetere liste di parole e sequenze e, di conseguenza, riuscire a produrre forme verbali al di fuori dell’intonazione.
Tecniche simili vengono applicate anche a bambini affetti da forme autistiche con compromissioni gravi del linguaggio.

I pazienti affetti da sindrome di  Tourette, presentano un quadro patologico caratterizzato da tic motori e linguistici, tuttavia attraverso il canto e suonando la batteria, la chitarra e altri strumenti riescono a controllare i movimenti compulsivi, convogliandoli in un flusso ordinato.

Giovani musicisti tourettici sono stati protagonisti del docureality della BBC Tourettes Rocks – Il Potere della musica”, andato in onda anche su SKY UNO lo scorso settembre, durante il quale sono riusciti ad esibirsi dal vivo in un vero concerto. 

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Vedi Tourette Rocks – Il Potere della Musica

Nei pazienti parkinsoniani l’utilizzo di musica molto ritmata, basata ad esempio sulla presenza di tamburi o di un metronomo, può aiutarli a ridurre la rigidità muscolare promuovendo il mantenimento della capacità di camminare, come sottolineato da Klaus Von Wildt, docente di Neurochirurgia e Neuroriabilitazione all’Università di Munster.

Nei pazienti con Demenza la musica è in grado di promuovere miglioramenti nell’umore e nella funzione cognitiva che si mantengono anche per diversi giorni dal “trattamento musicale”.

Non solo le emozioni più profonde, ma anche il corpo, con i muscoli e il cervello, possono essere toccati dalla musica e attraverso queste forme di musicoterapia, si può aprire uno spiraglio di speranza e coraggio in chi purtroppo vive una condizione neurologica limitante. Per citare il titolo del programma della BBC: Stay…Rock!

Valentina Freni

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Riferimenti Bibliografici e sitografici:

Sacks O., Musicofilia, ADELPHI edizioni, Milano 2007

www.parkinson-italia.it

www.musicoterapia.it

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