Prospettiva Brahms ovvero l’amore secondo Johannes

Prospettiva Brahms ovvero l’amore secondo Johannes

Riannodiamo il filo con l’ultimo articolo, in cui abbiamo parlato del rapporto tenerissimo che coinvolse Clara Wieck-Schumann e Johannes Brahms, approfondendo questo rapporto dalla prospettiva dell’immenso compositore.

Appena ventenne, Brahms si è presentato a Düsseldorf, a casa di Schumann che era considerato uno dei massimi rappresentanti della musica romantica: porta con sé lo spartito di una sonata, chiede consigli, e incoraggiamenti.

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Ci sembra di vederlo bussare: giovane, delicato, emozionato di varcare la soglia dove vive e compone il suo idolo; attendere l’apertura di quella porta sacra col fiato sospeso, tra l’incertezza e la speranza di trovare sostegno per la strada artistica che ha deciso di percorrere da colui che reputa un gigante. Chissà, probabilmente ad aprirgli sarà stata proprio  Clara, la grande pianista che ha sacrificato la carriera per il marito e i figli, e che da subito gli appare una donna sublime.

Per lei, come vi dicevo nello scorso articolo, si farà crescere la barba che lo caratterizzerà tutta la vita, nel tentativo di rendersi più maturo al cospetto e al fianco di Clara. Incredibili sono le foto dello sbarbato ventenne Brahms, irriconoscibile rispetto a colui il quale siamo abituati a vedere nei libri di musica o nei libretti di sala.

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Quel giovane musicista non sa allora che il suo idolo Schumann sarebbe stata aggredito dal grande dolore di precipitare nella follia: Robert all’inizio del 1854 tenta il suicidio nel Reno, poi viene ricoverato in una clinica per malattie mentali, dove morirà due anni dopo.

Rimasta  sola con sette figli, Clara torna, per necessità, a dare concerti in Germania e in Europa. Ed è a questo punto che Brahms si dedica con devozione a questi ragazzi. Non chiede nulla, si accontenta di offrire in silenzio la sua adorazione, di esserle accanto aiutandola nel portare avanti la famiglia. Quando Schumann viene ricoverato in manicomio è Brahms ad andare a trovarlo, quando Clara è a suonare lontano da casa, è sempre Brahms che si occupa dei ragazzi come uno zio. L’unione fra loro non si realizzerà mai ufficialmente per la differenza di età: Clara ha 14 anni più di lui e Brahms vuole proteggerla da commenti malevoli. Certo, il peso dell’ombra di Schumann anche resterà sempre fra loro.

Personalmente riesco a percepire, tra le sfumature struggenti di un amore tenuto in ombra, la grandezza d’animo di questo uomo che sapeva amare davvero, volendo il bene per la persona a cui rivolgeva tutto il suo bene.

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Emozionante la lettera che Brahms scrisse a Clara, proprio da Roma e proprio in una primavera come quella che ci circonda, ma 1881. E’ certo anche una dichiarazione d’amore per la nostra Italia e ve ne riportiamo una parte, riflettendo su quanto grande possa essere davvero il saper amare:

Penso qui a te troppo spesso e devo necessariamente mandarti un saluto. La primavera più bella la vivo qui, per la prima volta in Italia. A te non devo dire come e cosa si sente. Vorrei che tu fossi qui con me! Desidererei che tu potessi avere altrettanta energia per questo immenso godimento, quanto ne hai per la tua arte. Desidero per i tuoi occhi e per il tuo cuore la stessa beatitudine che provo qui.

 

Laura De Santis

 

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