Mimmo, raccontaci una storia

Mimmo, raccontaci una storia

Una cosa che ripeto spesso è che l’essere umano è illimitato e che il porsi limiti proviene per lo più da se stessi, come a censurarsi del tanto che siamo. Quando non lo facciamo, possiamo infatti assistere ad aperture grandi tanto da apparirci incredibili.

Se a farlo è un Artista possiamo essere spettatori addirittura di miracoli di splendore. Come nel caso di Modugno, che ci ha regalato meraviglie di Bellezza in Musica. Ma la grandezza delle sue interpretazioni di certo arriva dal suo percorso d’attore. Nutrire la Parola, amarla, tenersela in bocca come ghiaccioli per poi renderla nelle sfumature possibili.

Domenico Modugno arriva dalla sua Puglia (è infatti nato nella provincia di Bari, non in Sicilia come lo obbligarono i dirigenti Rai a dichiarare) a Roma entrando nel magnifico Centro Sperimentale di Cinematografia (che ha formato ottimi professionisti nel tempo!) come attore. Mi si perdoneranno le varie parentesi, necessarie per raccontarvi meglio questa sua storia preziosa.

Solo successivamente, dopo aver lavorato in vari sceneggiati televisivi, alla fine del 1953 Modugno ottiene un contratto discografico con l’RCA Italiana, pubblicando i primi dischi a 78 e a 45 giri, con canzoni composte in dialetto salentino e siciliano. Da lì, decolla la sua carriera di cantante, che ha rivoluzionato la musica leggera italiana, fino a vincere il Festival di San Remo nel 1958 con Volare.

I pareri dei critici musicali sono unanimi:

Quella di Modugno è senza dubbio la canzone più nuova, più originale e più estrosa di questo Festival: estrosa nella musica, dove la caratteristica vera e propria è data dalla frase iniziale del refrain, ed estrosa nel soggetto ( E. Grazzini)

La vittoria di Modugno può significare finalmente una rottura di quel clima di artificio nel quale naviga, grazie agli interessi delle case discografiche ed editrici, ed alla scarsa preparazione di buona parte di autori e cantanti, la canzone italiana: Modugno ha dimostrato che una bella canzone, cantata bene, può essere apprezzata dal pubblico . (A. Gismondi)

modugno

Modugno identificò così il suo rapporto con la Musica: “Una notte, quando avevo tre anni, a Polignano a mare, fui svegliato da un suono bellissimo, che solo in seguito decifrai come il canto di un carrettiere: fu la mia prima esperienza musicale, quella per me fu la “musica” per molto tempo. Per questo ho iniziato a cantare con quelle canzoni: il cantastorie stava dentro di me”

Modugno riunirà entrambi i suoi percorsi nel breve film, gioiello inarrivabile, Che cosa sono le nuvole di Pier Paolo Pasolini, componendo la musica per il brano, che esplode di Poesia, con il titolo stesso del film. Il testo fu scritto invece da Pasolini. Disse Modugno che “È una canzone strana: mi ricordo che Pasolini realizzò il testo estrapolando una serie di parole o piccole frasi dell’Otello di Shakespeare e poi unificando il tutto”. A proposito di Poesia, Modugno fu molto amico di Eugenio Montale, che, come vi ho raccontato in un altro mio articolo, a sua volta era un fine conoscitore della musica. A confermarvi nuovamente che non abbiamo limiti! Buon ascolto di questo brano struggente di Purissima Poesia!

Laura De Santis

 

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