L’unica cosa che possiamo sapere sull’Amore
L’unica cosa che possiamo sapere ed imparare dell’Amore è che non potremo mai comprenderlo.
Questa mia riflessione sembra oppositiva ed invece sono certa che siete concordi con me. In più, se ci pensate un momento, ogni Amore che avete vissuto era differente dall’altro ed in questo la sua ricchezza, il suo valore, il suo sorprenderci.
Come quando, nella fase dell’innamoramento, anche quello che normalmente abbiamo sempre trovato (e troveremo più in avanti nella relazione, probabilmente, detestabile assurge a motivo di estasi divina. Perché l’incantamento d’Amore tutto ingloba (e tutto giustifica, possiamo ben dire).
Di questo ci narra la nostra magnifica, ironica, amatissima Wislawa in questi versi. Inoltre ci istilla un ‘sospetto’, decisamente ben fondato: quante volte abbiamo incrociato o sfiorato il nostro amato, la nostra amata senza ‘vederla/o’?
Perché il destino aveva deciso che non era quello il momento, il luogo, il modo. Per es le stesse maniglie e gli stessi campanelli sfiorati; o le stesse scale e corridoi attraversati; o lo stesso sogno o anche addirittura il pronunciare uno ‘scusi’ trovandosi l’uno di fronte all’altra.
Eppure il non essere coscienti di trovarsi di fronte all’Amore perché il Signore del Tempo ha deciso che non era ancora il momento di avere gli ‘occhi aperti’ a saperlo vedere e riconoscere. Capita. Succede. Fa parte di uno dei misteri insondabili del mistero dell’Amore.
Alexandre Dumas figlio ne ‘La signora delle camelie’ (romanzo celeberrimo da cui Verdi ha tratto ‘La Traviata’ scrive praticamente un pensiero simile: ‘Un giorno un giovane passa per una via, rasenta una donna, la guarda, si volta indietro, va oltre. Questa donna, che egli non conosce, ha gioie, dolori, amori, ai quali egli non prende parte alcuna. Egli non esiste per lei, e forse, se le rivolgesse una parola, ella si burlerebbe di lui, come Margherita allora di me. Settimane, mesi, anni trascorrono; d’un tratto, dopo che ciascuno ha seguito il proprio destino per vie diverse, la logica del caso li riconduce l’uno in faccia all’altro: e questa donna diventa l’amante di quell’uomo, e lo ama. Come? perché? le loro due vite non ne formano ora più che una sola: è cominciata appena l’intimità, e già sembra loro esistita così da sempre, mentre tutto ciò che fu prima si cancella dalla memoria dei due amanti.’
Perché l’Amore è ‘riconoscersi’ e quindi in fondo solamente un ‘ritrovarsi’, come dice Wislawa: ‘Ogni inizio infatti/ è solo un seguito/e il libro degli eventi/è sempre aperto a metà’
Amore a prima vista_ Wisława Szymborska
Traduzione di Pietro Marchesani
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E’ bella una tale certezza
ma l’incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro
se non ricordano –
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno “scusi” nella ressa?
un “ha sbagliato numero” nella cornetta?
– ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all’altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell’infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.