TREDICI, la psicologia di una serie tv: Se tu puoi capirmi, io posso chiederti aiuto

TREDICI, la psicologia di una serie tv: Se tu puoi capirmi, io posso chiederti aiuto

Dallo scorso 18 Maggio, sono disponibili su Netflix i nuovi episodi della serie TREDICI.
Numerose sono state le critiche dal mondo degli adulti a causa dell’alta drammaticità dei temi trattati. Ma questi nuovo episodi mettono in luce come spesso, le difficoltà a comunicare e comprendersi tra adulti e adolescenti possono sfociare nel silenzio e a sua volta alla mancanza di richiesta di aiuto. La possibilità di non sentirsi giudicati apre le porte alla fiducia.

Ho iniziato la nuova stagione di 13 con molta curiosità, perché dopo il tragico epilogo di Hannah Baker, non riuscivo ad immaginare come sarebbe potuta proseguire la storia.

Qui il video commento:



Ho visto i primi episodi. 

Un po’ pesanti certo, ma sicuramente non noiosi.

Sono andata a leggere un po’ di recensioni e le maggior parte di queste erano negative.
Addirittura Cosmopolitan USA scrivere una recensione sui 13 motivi per cui la nuova stagione è un fallimento.
Leggendo più attentamente queste recensioni, mi sono resa conto che la maggior parte degli autori erano ovviamente degli adulti dai 30 anni in su; in alcuni casi dalle foto brizzolate erano palesemente sopra la quarantina.





Purtroppo (o per fortuna), crescendo cominciamo a ridimensionare i problemi degli anni precedenti.
Ciò che capita da adolescenti viene visto con un’ottica diversa e acquista minor importanza.
Ci si ride su di cose che a 16 anni erano la vita o lo morte.

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Questi autori erano troppo distanti dai loro 16 anni.
Hanno scordato quella insalata di emozioni, pensieri, paure e desideri che è essere adolescente.

Come raccontano i protagonisti di 13, parlare con gli adulti è difficile, ci vuole un atto di coraggio.

Avere al proprio fianco adulti non pronti ad accogliere il dolore, le incertezze, le preoccupazioni forse stupide ma tipiche di questa età, non aiuta ad aprirsi.
Non permette di chiedere aiuto.

Quando si ha 16 anni, si ha come l’impressione che ciò che si sta vivendo sia unico, come fa notare Clay (uno dei protagonisti) durante gli episodi.
Si ha come l’impressione di essere soli su di un palco e gli altri giù in platea ponti ad osservare.



Come potranno capire?
Se nessuno può capire, si inizia a pensare che quello che si soffre non passerà mai.
E si resta in silenzio.

Quello di cui si ha bisogno, però, è qualcuno di cui fidarsi, qualcuno che prenda sul serio gli affanni di cui si è vittima.
Per fare questo coraggioso passo, i ragazzi non devono sentirsi giudicati e sminuiti, come hanno fatto gli adulti della serie e gli autori degli articoli.

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Si può trovare noiosa e sciocca questa seconda stagione, solo se quei problemi sono molto lontani o non si ha sufficiente contatto con i ragazzi.

Ma questi nuovi 13 episodi, caratterizzati da polaroid anziché cassette, possono rappresentare l’occasione di parlare di temi scomodi ma importanti, senza assumere il pomposo atteggiamento da maestri di vita, come spesso si atteggiano coloro che hanno passato i 20.

Si parla di Consenso in modo chiaro. Si arla di prendere seriamente in considerazione segnali di pericolo per sé e per gli altri. Si parla di abuso di alcol e sostanze. Si parla della possibilità di sentirsi accettati. Si Parla della possibilità di sperimentarsi come individui e di come sia difficile per una ragazza poter trovare la propria identità in un contesto sessista e giudicante.

Sul sito della serie https://13reasonswhy.info/ è possibile scaricare anche una guida alla discussione sui contenuti della serie. Contiene consigli su come guardare la serie, quali argomenti sono trattati e come facilitare la discussione. Sullo stesso sito, per ogni paese in cui la serie è stata rilasciata, vengono forniti link di risorse a cui poter chidere aiuto.

Netflix, oltre i nuovi episodi, ha rilasciato dei video di pochi con gli attori protagonisti della serie, in cui con parole efficaci, vengono trattate alcune delle dure tematiche della serie.

La nuova stagione di 13 non è un capolavoro, non è un’opera che si ricorderà per la sua spettacolarità, ma offre un servizio pubblico: la consapevolezza di cosa si vive da adolescenti e soprattutto che se si può chiedere aiuto, anche stravolti, ce la si può fare.
Buona visione.

Valentina Freni




https://www.cosmopolitan.com/entertainment/tv/a20723240/13-reasons-why-season-2-review-netflix/
link articolo cosmopolitan
altri articoli negativi stampa estera
https://www.theguardian.com/tv-and-radio/2018/may/18/13-reasons-why-season-2-review-and-just-too-many-reasons-why-not
https://www.rollingstone.com/tv/news/13-reasons-why-season-2-review-w520316

 



 

 

 

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