Non temere di distinguerti: “La mucca viola” di Seth Godin

Non temere di distinguerti: “La mucca viola” di Seth Godin

non temere di distinguerti

Essere una mucca non è certo un sogno condiviso, né tantomeno un’ambizione tanto frequente. Forse, ad alcuni di noi le mucche potrebbero farci anche simpatia, ma da qui a voler essere come loro, un po’ di acqua sotto i ponti ne passa. Poi, se è anche viola…

Il titolo del libro La mucca viola. Farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone, un cult nell’ambito del marketing…è sicuramente un titolo che attira e incuriosisce. Io dovrei voler essere una mucca? E pure viola?

In realtà la finalità del libro è presto spiegata. Seth Godin vuole dare dei consigli a tutti coloro che si inseriscono sul mercato. Un mercato che è sempre più vasto di offerte. Attenzione, quando parlo di mercato non mi riferisco solamente ai negozi che vendono qualcosa, ma al mercato del lavoro nella sua totalità.

Mi rivolgo a quanti fanno un lavoro d’ufficio, in mezzo a tanti altri colleghi che svolgono la stessa mansione, a quanti svolgono la loro professione dietro un computer oppure si trovano a svolgere la libera professione.

Siamo tutti sulla stessa barca. Ci chiediamo cosa ho più degli altri da offrire? Come posso distinguermi?

Ecco, Godin nel libro porta tanti esempi di brand che hanno sviluppato e portato avanti una peculiarità che li ha contraddistinti e li ha trasformati in quella mucca viola in un campo sterminato di mucche (normali) che salta all’occhio e attira la nostra attenzione.

Come posso farmi notare dal capo? Cosa posso portare qualcosa di nuovo e diverso nel mio settore professionale?

Qual è la qualità su cui focalizzarmi e che verrà ricordata dagli altri?

Sarà la qualità specifica di un prodotto: la ricercatezza di un ingrediente che rende speciale tutto il resto. Sarà una mia intrinseca qualità: la spontaneità nel parlare con gli altri, la simpatia nel trattare temi complessi senza sminuirli, l’energia che metto nelle mie attività oppure la serenità che trasmetto ascoltando chi mi sta di fronte.

Non temere di distinguerti

Forse questa è l’idea cardine attorno alla quale ruota il libro ricco di storie ed esempi reali di grandi marchi che ti consiglio di leggere se stai cercando ispirazione.

Al giorno d’oggi siamo in tanti (mi metto anch’io nel mucchio) a temere di metterci in mostra per timidezza o per paura del giudizio altru. O magari ci lanciamo finalmente per poi tornare sui nostri passi dimessi perché il nostro slancio non ha avuto il risultato che ci aspettavamo.

Forse sarai timida/o o forse la tua idea, che all’inizio ti sembrava geniale pian piano inizierà a sembrarti folle, allora inizia pian piano – del resto non è facile essere delle mucche viola e sentirsi addosso gli occhi di tutti-, testa la tua idea e raccogli i feedback, inizia mettendoci del tuo.

Ad alcuni non piacerà, ma ad altri sì.

Durante il provino per Voglia di Ricominciare del 1993, film che ha lanciato la carriera di Leonardo DiCaprio , dopo vari provini di selezione e scrematura dei candidati, il giovanissimo attore si trovò finalmente di fronte Robert De Niro.

Doveva recitare una scena in cui l’attore più anziano gli lanciava un barattolo di senape nell’occhio. DiCaprio reagì urlando in faccia al suo eroe. “Non era previsto dalla sceneggiatura, avevo improvvisato.” racconta nell’intervista rilasciata a Variety dove fa un excursus della sua carriera.

Mi ricordo che le persone ridevano nella stanza. Non so se perché pensavano che fossi impazzito o perché avevano apprezzato la mia interpretazione, ma mi diedero un’opportunità!”

Quando rifiutarono quelle opere incomplete…

Il 15 aprile 1874 un gruppo di artisti decise di esporre i loro quadri presso lo studio del fotografo Felix Nadar. I quadri erano stati rifiutati dal Salon.

Questa data è passata alla storia come la prima manifestazione ufficiale di un movimento che avrebbe lasciato la propra impronta indelebile nella storia. A questa manifestazione parteciparono Claude Monet, Edgar Degas, Alfred Sisley e Pierre-Auguste Renoir.

La mostra del 1874 fu di per sé un’azione eversiva in quanto, al di là dell’estrema modernità delle singole opere che sconvolse la critica, venne compiuta in risposta e contro il Salon, che le aveva rifiutate, e gli studi accademici in generale.

Il nome di battesimo del nuovo movimento si deve ai critici d’arte dell’epoca, che definirono la mostra Exposition Impressioniste, prendendo spunto dal titolo di un quadro di Monet, Impression, Soleil levant.

Inizialmente questa definizione aveva un’accezione negativa, che indicava l’apparente incompletezza delle opere, ma poi divenne una vera bandiera del movimento.

Tu a quale categoria appartieni?

Come scrive Godin, le persone si dividono in innovatori, early adopter, coloro che sono attratti dalle novità e dall’originalità, la maggioranza e i ritardatari.

Tu a quale categoria senti di appartenere?

Alessandra Notaro

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