Il potere dell’Addio, la forza del Ciao.

Il potere dell’Addio, la forza del Ciao.

I pensieri di fine anno sono quasi sempre i più intensi. Un concentrato di bilanci, progetti, paure e speranze.

Pochi giorni fa ho ascoltato in radio la canzone “La cometa di Halley” di Irene Grandi e, soffermandomi sul ritornello, mi son rimasti impressi i seguenti versi: 


“Io ti dico Addio, tu mi dici Ciao”. 

Allora ho pensato a quante volte, nella nostra vita, abbiamo detto Addio nella convinzione di salutare definitivamente ma, dall’altra parte, ci è stato risposto Ciao. Un saluto temporaneo ha smantellato la nostra idea di chiusura definitiva. Come se ciò a cui vogliamo rinunciare, in realtà, non abbia intenzione di abbandonarci.

Oggetti, idee, progetti, desideri, persone, atmosfere, sensazioni o tutte quelle cose di cui vogliamo liberarci, con uno sorriso sornione ci guardano e disilludono l’intento dimostrando che non potremo mai farlo perché, sotto traccia, ne porteremo sempre un pezzo nel nostro nuovo orizzonte. 

L’Addio perde la sua potenza e si arrende alla lusinga del Ciao. La chiusura contro l’apertura. Come l’Addio sussurrato ad una cometa bellissima che non rivedremo mai più, come la sorpresa del suo Ciao quando ripasserà a squarciare il cielo di nuove generazioni. 

E tu, tanto vituperato 2020, con quale saluto vorresti congedarti?

 E noi, con la valigia del nuovo anno in mano, a cosa vogliamo dire Addio e da cosa vogliamo sentirci dire, soltanto, Ciao? 

Angelo Urbano

 

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