VOLEVO DIVENTARE PAPÀ di Andrea Rosselli

VOLEVO DIVENTARE PAPÀ di Andrea Rosselli

Un viaggio autobiografico all’interno di un mondo poco conosciuto. Una storia di vita che un aspirante padre propone per divulgare i retroscena psicologici, fisici, medici, sociali e legislativi dell’infertilità.

Negli ultimi tempi il dibattito politico e culturale italiano si è focalizzato su una tematica delicata ma quanto mai necessaria ed urgente per una adeguata modernizzazione della nostra società, l’approvazione dei diritti civili degli omosessuali e di una regolamentazione giuridica che faciliti l’adozione del figlio del partner sia per le coppie eterosessuali che per quelle omo.

Ne è scaturita, prevedibilmente, una disputa molto controversa sulla legittimità o meno dell’estensione di tali diritti ad una più larga platea di cittadini che, pur vivendo in una nazione occidentale, ne richiedevano legittimamente da tempo l’attuazione. Si tratta, è ormai noto, di diritti che riguardano sia il riconoscimento dignitoso di relazioni personali intime fondate su sentimenti veri e sinceri di amore e rispetto reciproco, sia la possibilità di acquisire un ruolo genitoriale di cui, fino a questo momento, non è sempre stato scontato divenirne titolare.

In particolare quest’ultimo tema, il più delicato da affrontare e gestire, incontra le difficoltà di numerose coppie, di qualsiasi orientamento sessuale esse siano. Diventare una mamma o un papà è, probabilmente, il passaggio della vita più desiderato all’interno di una unione fondata sull’amore. Non sempre, purtroppo, questo progetto di vita si concretizza a causa di divieti, difficoltà economiche o sociali e, non ultime, da motivazioni prettamente biologiche.

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Volevo diventare papà di Andrea Rosselli racconta la dolorosa avventura ospedaliera di Andrea e Paola finalizzata alla fecondazione assistita. Seguire la narrazione di Andrea, aspirante papà per ben tre volte, fa indubbiamente sorgere molti interrogativi e perplessità sulla situazione legislativa, culturale e religiosa italiana. Condizione che, vissuta dalle sfortunate coppie sterili, provoca maggiori difficoltà soprattutto a livello psicologico, oltre che economico. Per coloro che decidono, infatti, di bypassare gli ostacoli italian\vaticani si prospetta necessariamente l’alternativa del cosiddetto “turismo sanitario” all’estero, tra l’altro molto costoso e faticoso, accompagnati dalla speranza, non sempre realizzata, di coronare la vita di coppia con il dono più prezioso, un figlio.

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L’esperienza vissuta e raccontata in queste pagine mette in risalto non solo lo straziante e amaro vissuto emotivo di una coppia in attesa di genitorialità, ma focalizza l’attenzione su’analisi tecnica, politica, sociale e religiosa molto accurata che dimostra quanto, nel nostro Paese, spesso problematiche così delicate vengano affrontate in maniera poco efficace e soprattutto seguendo ideologie e dogmi quanto mai lontani da soluzioni legislative risolutive della questione. Non a caso una delle posizioni di cui l’autore lamenta sofferenza interiore è quella ecclesiastica che, con non poca insensibilità, equipara le nuove tecniche di fecondazione assistita ad un’operazione immorale in quanto, a detta dal Papa Emerito Benedetto XVI, trattasi di una procedura che “infrange una barriera posta a tutela della dignità umana” . Ma come dice l’autore non si tratta di superare barriere ma di donare la vita con amore e sacrificio:

Il motivo principale che mi ha spinto a scrivere queste pagine è il desiderio di raccontare il mondo dell’infertilità dalla parte tutto sommato meno conosciuta, quella maschile, e la mia speranza è quella di riuscire a dare un piccolissimo sostegno morale alle tante coppie, come la nostra, uomini e donne che dedicano buona parte della propria esistenza al tentativo di donare la vita, spesso non riuscendoci e comunque al prezzo di enormi sacrifici e sofferenze.

Angelo Urbano

 

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