Parigi città d’Arte, Parigi città d’Amore!

Parigi città d’Arte, Parigi città d’Amore!

Vi ho già parlato di Verdi e Strepponi, felici e produttivi a Parigi. Oggi vi racconto di Frederick Chopin, di cui è stato il compleanno qualche giorno fa, e George Sand (al secolo Amandine Aurore Lucile Dupin), anche loro conosciutisi ed innamoratisi a Parigi.

Questa città era ritenuta il centro artistico per eccellenza, dove modellare ed espandere in bellezza se stessi. Ed anche il compositore polacco giunse lì per sviluppare al meglio la propria Arte.

Possiamo definirlo certamente il padre nella melodia nell’ambito della scrittura pianistica. Questa caratteristica sappiamo essergli derivata dall’ascolto delle opere liriche italiane. Infatti diverse testimonianze di suoi allievi ci dicono che ne suggeriva loro l’ascolto. Non solo! Li spronava a prendere lezioni di canto, convinto che avrebbero così migliorato la loro capacità esecutiva al pianoforte.

Certamente il suo incontro con la scrittrice George Sand lo influenzò nell’avvicinare le sue sonate a dei racconti, che lui stesso definiva una trama fatta di note. George Sand era assolutamente anticonformista: vestiva da uomo, in un’epoca in cui la donna era ingabbiata (per non dire torturata!) in crinoline, busti e stecche; fumava il sigaro e non nascondeva le sue simpatie socialiste.

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Come, d’altra parte,  non faceva mistero dei suoi amori passati, tra cui lo scrittore Alfred de Musset. Celebre e geniale è la lettera, apparentemente romantica, che l’audace e passionale Sand gli scrisse (che non riportiamo per falso pudore e soprattutto perché ci porterebbe lontano dalla sua storia con Chopin) in cui saltando una riga via via, vi si possono trovare un nutrito elenco di variazioni erotiche che lei propone al suo amante.

Certamente la delicatezza di Chopin, sia di salute che d’animo, e il fuoco bruciante della sanguigna Sand sono stati, appunto per opposizione, proprio la matrice su cui ha poggiato un incontro, potentissimo d’amore, che ha distrutto tutti gli stereotipi sul maschile e sul femminile.

“Chopin è così debole e timido da poter venir ferito persino dalla piega di una foglia di rosa” diceva, infatti, George dell’amato ma, in un altra lettera, aggiungeva “ha scritto una musica da paradiso e ad un solo strumento ha dato la voce dell’infinito”.

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Detto ciò non vi resta che ascoltare l’infinito in uno dei più noti notturni di Chopin, suonato dallo spettacolare pianista A. Rubinstein!

Laura De Santis

 

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