Casta Diva e l’altra Norma!

Casta Diva e l’altra Norma!

Quando si parla di ‘Norma’ la mente abbina automaticamente Callas e l’aria ‘Casta diva’.
Oggi invece vorrei espandere la luce fino all’altra aria di Norma, che fa da viatico allo splendido concertato finale dell’opera.

Prima di arrivarci facciamo qualche passo indietro. Maria Callas fu suprema interprete di archetipi femminili grandiosi, i cui sentimenti contrastanti li rendevano immensi viatici dei sentimenti umani più potenti. Possiamo certamente affiancare a Norma la Medea di Cherubini (che dopo tempo di oblio proprio Maria Callas restituì alle scene e al pubblico).
In comune queste figure hanno anche il contraddittorio rapporto con la maternità, anche Norma progetta di uccidere i figli avuti dal romano Pollione.

Non dimentichiamo che lei è sacerdotessa druidica, che ha fatto voto di castità e di devozione alla Luna (che è appunto la ‘Casta Diva’ a cui si rivolge nella prima parte dell’Opera, per divinare) e che invece lo trasgredisce innamorandosi dell’invasore romano Pollione ed oltretutto avendo da lui due figli. Infatti scorgiamo il continuo conflitto interiore di Norma in relazione al non aver mantenuto fede al suo voto ma anche di aver tradito la sua stessa gente avendo una relazione con un invasore straniero. Arriva poi a pensare di uccidere i figli perché scopre che Pollione vuole tradirla con la giovane sacerdotessa Adalgisa. Avendo praticamente ‘tradito’ tutto di se stessa per un uomo che la vuole lasciare, arriva a pensare di assassinare i suoi stessi figli, di cui teme la sorte anche perché in parte sono figli del ‘nemico’.

Ma ecco questa aria stupenda che vi presento oggi, l’altra Norma, che si conosce meno rispetto alla celebratissima ‘Casta Diva’ ma ugualmente stupenda ed emozionante. Qui Norma sa che finirà al rogo e quindi chiede al padre di prendere sotto la sua protezione i figli, dicendogli che son suo sangue, dicendogli ‘Deh, non volerli vittime’, cioè quindi che non paghino i piccoli per l’errore della madre. Lo implora, con un fil di voce, ed anche qui la Callas è immensa.

Ascoltatela: la sua interpretazione smorzata, straziatissima vi dirà più di mille parole questa grandezza. Sono passati quaranta anni dalla sua morte eppure, nonostante qualcuno dica polemizzando ‘ah! Ancora lei!’ è inequivocabile che sia interprete soverchiante e che la sua supremazia come interprete sia indiscutibile. E’ la sua Voce a dirlo.

Laura De Santis

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