Il dilemma dell’Artista: pecunia o arte pura?

Il dilemma dell’Artista: pecunia o arte pura?

Da sempre ogni Artista degno di questo nome arriva in un giorno della sua vita a fronteggiare se stesso, domandandosi se è “onesto”, cioè se quello che sta producendo contenga in sé vera linfa creativa o se sia un astratto cartonato, non utile all’Arte ma magari di certo al portafoglio.

Di norma questa è la polarità a cui ogni Artista si trova di fronte. C’è di certo una terza via, cioè quella dove Arte pulsante di vita (ed a volte anche innovativa) si è incontrata con la possibilità di vivere agiatamente, permettendo quindi agli Artisti che l’hanno percorsa di condurre una vita armoniosa sotto vari punti di vista, anche di quello materiale.

Devo confessare, e molti colleghi artisti lo confermeranno, che in molti si ammantano del ruolo –per restare in ambito- di ‘duri e puri’, come se fare i salti mortali per sbarcare il lunario fosse motivo di vanto o anche di garanzia di qualità della loro Arte.

Beh, insomma…dite la verità che vi è capitato di vedere certe…ehm…discutibili cose…ma anche, al contrario, di potere bearci di prodotti pregiati provenienti da Artisti lautamente pagati.

Può forse inizialmente sembrare provocatorio quello che sto dicendo ma pensate per esempio a David Bowie, che ha continuato a percorre la sua strada esplorativa fino alla fine e con svariati decenni di carriera alle spalle. Un perfetto esempio di fedeltà a se stessi e di soddisfazione materiale.

Mi viene in mente anche il famoso ‘Discorso ai giovani’ di Patti Smith, in cui ad un certo punto lei racconta di qualcuno che le disse “Beh, ma sei una punk rock! Dovresti fuggire dalle masse!” a cui lei rispose “Fottiti! Voglio arrivare al più largo numero di persone possibili!” cioè quindi veicolare appunto la sua Arte quanto più possibile.

Sia lei che Bowie, che ho citato puramente come esempi della Terza via di cui vi dicevo prima, hanno certamente praticato le indicazioni che Puskin, poeta simbolo della Russia, scrive nei versi che vi presento oggi.

Ci ricorda che solo l’Artista stesso può essere vero giudice di se stesso e che contiene in se i compensi per la sua Arte e che è appunto questo svincolarsi dal giudizio esterno, quale che esso sia, che lo rende Re.

A un poeta di Aleksandr Puskin

Poeta! Non avere caro l’amore della gente.

Passerà il fuggevole rumore delle lodi esaltate;

sentirai il giudizio dello stupido e il riso della fredda folla,

ma tu rimani fermo, calmo e cupo.

Tu sei re: vivi solo. Per la libera strada

cammina, laddove ti porta il libero ingegno,

perfeziona i frutti degli amati pensieri,

non chiedere compensi per la tua nobile impresa.

I compensi sono in te stesso. Tu sei il più alto giudice;

tu sai giudicare, più severamente di tutti, il tuo lavoro.

Non sei soddisfatto, tu, esigente artista?

Sei contento? Tu lascia che la folla lo insulti

e sputi sull’altare, dove arde il tuo fuoco,

e che nell’infantile monelleria faccia oscillare il tuo tripode.

Laura De Santis

In copertina l’artista Baron Batch

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