Saffo ci porta nell’anticamera del Paradiso

Saffo ci porta nell’anticamera del Paradiso

La scrittura femminile ha vita recente. Nel corso del tempo dell’umanità la Donna è stata relegata in stretti ambiti, per cui figuriamoci se addirittura potesse scrivere.

Alcuni casi vi erano ovviamente, ma sono sempre appartenenti alla nobiltà. Nell’ambito del ‘poetare’ il numero diventa ancora più esiguo ed all’interno di esso ancora più minima la qualità che può arrogarsi la trascendenza nei secoli.

Vale simile riflessione per il romanzo. Anzi di più! Poiché la scrittura prosaica impone orari ed attenzione più prolungata e reiterata della Poesia, che può invece anche concedere la grazia di manifestarsi immanentemente.

D’altra parte la grande Virginia Woolf diceva bene che Dostoevskij non sarebbe potuto essere Donna, perché la Donna è prevalentemente impegnata a manifestare la sua sopravvivenza nel mondo e solamente dopo può occuparsi di Arte (per cui…quante energie possono mai restarle dopo una lotta del genere?!)

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La Poetessa di cui si ha memoria è Saffo (630 a.C. – 570 a.C.). Era di famiglia nobile (ovvio) ebbe una figlia, Cleide, ma trascorse tutta la sua vita, dedicata esclusivamente alla poesia. Di molte migliaia dei suoi versi rimane soltanto un’ode intera ed ampi frammenti spesso di lettura difficile.

Poetessa raffinatissima fu presa a modello dai poeti ellenistici e, attraverso questi, da quelli latini, come Orazio; ma un suo influsso si può però anche riscontrare nei tragici e in Aristofane.

La poesia di Saffo rappresenta una delle maggiori vette raggiunte dalla lirica di tutti i tempi.



 

 

Sono qui.

Nell’anticamera del Paradiso

vestita di solo desiderio.

Chiudo gli occhi.

Un passo verso di te.

L’inferno.

Le fiamme avviluppano

i nostri corpi

la pelle freme

il cuore batte a ritmo di danza.

Il sangue bolle.

Il vento tace.

Apro gli occhi…

tu non ci sei.

Io non ci sono.

 

Saffo

Laura De Santis

 

Una risposta.

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