Calendario dei Sentimenti | La paura di restare single

Calendario dei Sentimenti | La paura di restare single

Alcuni di noi credono che se non si ha una relazione, la vita sia triste e miserabile. Come risultato di questo spaventoso scenario, ci rifugiamo in relazioni che non sono adatte a noi e che, alla fine dei giochi, non ci danno nessuna gioia.

In America hanno addirittura inventato un neologismo per descrivere questo sentimento anti-single: il singlismo. La definizione della Treccani di questo termine riporta le seguenti parole:

definire una nuova forma di razzismo di cui sono oggetto i single, dove essere single e donna vuol dire esserlo doppiamente.

Pertanto non solo ci preoccupiamo di essere single, ma ci sentiamo anche giudicati per questo.

Di conseguenza diventa più importante sfoggiare il proprio status di fidanzati, che vivere una relazione soddisfacente.

Questo porta ad abbassare gli standard relazionali a un livello minimo di sopravvivenza e maggiore sarà la paura di una persona di restare single, minore sarà la probabilità che interrompa una storia deludente, se non addirittura nociva.

Perché questo accade?

Innanzitutto fin da bambini tutte le favole che ci hanno raccontato finivano con un matrimonio in cui l’eroe e l’eroina dopo tante battaglie vivevano “per sempre felici e contenti”.

La pressione sociale nascosta dietro queste apparentemente innocue narrazioni infantili ci fa credere che il fine ultimo di tutti noi sia il matrimonio. E non solo… quelle semplici parole conclusive che sono “vissero per sempre felici e contenti” reiterate a fine di ogni fiaba possono creare l’illusione che la conclusione del vero amore sia un’isole felice priva di qualunque forma di scontro.

Illusione che ovviamente non ha nessun riscontro nella realtà.

E che anzi ci spinge a pensare che se la relazione non funziona ci deve essere per forza qualcosa di sbagliato in noi. E che se osassimo lasciare quel povero cristo che ci ha preso con tutti i nostri orribili difetti resteremo soli per sempre.

Cosa che improvvisamente ci sembra più grave di tutti e sette i peccati capitali messi insieme.

Ovviamente una particella infinitesimale di noi sa che non è vero, ma la retorica delle coppie è così ben costruita che saremo indotti a fustigarci per la nostra incapacità di avere una relazione.

Una retorica che ci ha portato a pensare che per essere completi dobbiamo trovare l’altra metà della mela, quando la verità è che per stare bene dobbiamo innanzitutto completarci da soli.

Una coppia ben affiatata non è formata da due spicchi di mela, ma da due mele intere che imparano a stare insieme.

E come si fa diventare una mela completa? Imparando a stare da soli.

È ovvio che con tutte le pressioni esterne che dobbiamo sopportare è molto complicate riuscire a trovarsi, ma per quanto difficile è molto meglio impiegare il nostro tempo nel tentativo di stare bene da soli che nel piangerci addosso.

Un modo per iniziare potrebbe essere quello di concentrarci sui vantaggi dell’essere single: più autonomia e crescita personale rispetto a coloro che sono sposati; più tempo da dedicare a mantenere strette connessioni con gli altri che siano essi amici, parenti o colleghi; più libertà nel gestire i propri spazi e i propri desideri (anche quelli sessuali).

Quindi invece di passare questo San Valentino a elencarci tutti i motivi per cui non troveremo un partner con cui festeggiarlo, facciamoci un bel regalo e cerchiamo di capire quale mela vogliamo diventare.

E per favore non prendete come esempio la pseudo emancipazione di Sex And City!

L. T.

 

Una risposta.

  1. Menti Vagabonde ha detto:

    Bella l’immagine delle due mele, così deve essere

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