Calendario dei Sentimenti | Cos’è l’Amore?
Passiamo le nostre vite a desiderarlo, cercarlo e a parlarne. Il suo significato è “sentito” più di quanto sia chiaramente espresso. Viene definita la più grande Virtù. E’ l’Amore. Ma cos’è in realtà?
In questi giorni, con il nostro personalissimo “Calendario dei Sentimenti”, abbiamo cercato di esplorarlo e analizzare alcuni aspetti di questo sentimento complesso e affascinante al tempo stesso. C’è un velo di mistero che avvolge l’Amore in tutte le sue forme. Di sicuro il mistero più grande e che fin da piccoli ci spinge ad interrogarci sono le relazioni.
L’arte nelle sue varie declinazioni tenta di dare voce e indicarci una via che possa illuminarci nei momenti di confusione, che possa aiutarci ad affrontare i momenti critici, ma anche la psicologia e la scienza in generale hanno sondato il terreno impervio di questa Virtù per capire come e perchè le persone si innamorano.
Durante l’amore romantico ci sono molti i cambiamenti che subiscono sia uomini che donne. “Il primo passo nel processo di innamoramento è l’attrazione iniziale “, afferma Elizabeth Kane che insegna psicologia clinica e scienze comportamentali. “È il momento potente in cui incontriamo un’altra persona, ci sentiamo eccitati e siamo immediatamente consapevoli del nostro battito cardiaco”. E fin qui la scienza non ci ha rivelato niente di nuovo.
Secondo la psicologa Dr. Rachel Needle, sostanze chimiche specifiche come l’ossitocina, la fenetilammina e la dopamina, hanno avuto un ruolo nelle esperienze e nei comportamenti umani associati all’amore. Funzionano in modo simile all’anfetamina, rendendoci vigili, eccitati e desiderosi di legarci. Ecco quindi che l’amore agisce a livello chimico.
L’innamoramento è associato a maggiore energia, riduzione della concentrazione mentale, a volte palmi sudati, stordimento, battito cardiaco e sensazioni positive
Cosa accade quando gli innamorati iniziano a trascorrere il tempo insieme?
Una volta che la coppia inizia a trascorrere del tempo insieme, si trovano in una specie di euforia amorosa. “Una persona che si è appena innamorata vede il mondo attraverso la lente dell’amore e quasi tutto è tollerabile e tutto ciò che il partner fa è delizioso“, afferma Kane, terapista familiare e di coppia. Si vive in uno stato di coscienza insolito, quasi sognante.
Lo psicologo Robert Sternberg ha individuato tre componenti connessi all’Amore:
L’intimità che comprende sentimenti di attaccamento, vicinanza, connessione e legame. La passione che comprende le pulsioni connesse sia all’entusiasmo che all’attrazione sessuale. L’impegno che comprende, a breve termine, la decisione di rimanere con un altro e, a lungo termine, i risultati e i piani condivisi presi con quell’altra persona.
Ma siamo sicuri che siano solo questi tre elementi a comporre un’emozione complessa come l’Amore? Vediamo come l’amore romantico sia stato esplorato nelle sue fasi a livello chimico, ma è tutto qua? Di certo queste informazioni puramente descrittive non ci aiutano nei momenti di crisi e di difficoltà.
Forse la difficoltà di definire questa emozione oggi è dovuta alla povertà del nostro linguaggio. Gli antichi greci avevano tre parole per definire l’amore, tre diverse declinazioni dell’amore che comprendono al suo interno altrettante importanti qualità che questo sentimento porta con sé.
Spesso infatti ci preoccupiamo se siamo del tutto “normali” perché abbiamo la sensazione di non sperimentare l’Amore nel modo “giusto”, o meglio, nel modo in cui ci viene raccontato. Culturalmente ci insegnano che per essere persone rispettabili, dovremmo essere tutti in coppia, avere relazioni sessuali e inoltre, all’interno di queste, dovremmo “amare” in un modo molto particolare: dovremmo essere costantemente elettrizzati dalla presenza del nostro partner, dovremmo sentirne la mancanza in loro assenza, dovremmo desiderare di tenerli tra le nostre braccia, di baciarci e di essere baciati da loro e – soprattutto – vogliamo fare sesso con loro ogni giorno o giù di lì.
Abbiamo creato un culto dell’amore che si discosta radicalmente dalla maggior parte delle nostre esperienze relazionali reali.
Esistono diverse sfumature di Amore e ognuna attraversa diverse stagioni
L’avevano capito bene gli antichi greci che in questa discussione ci vengono in aiuto per aggiornare il nostro vocabolario e dare legittimità ai diversi stati del cuore.
I Greci hanno definito i potenti sentimenti fisici che spesso sperimentiamo all’inizio di una relazione con la parola “eros” (ἔρως). Ma sapevano che l’Amore non è necessariamente finito quando questa intensità sessuale diminuisce, come succede quasi sempre dopo circa un anno in coppia.
I nostri sentimenti possono quindi evolversi in un altro tipo di amore racchiuso nella parola “philia” (φιλία) normalmente tradotta come “amicizia” sebbene la parola greca sia molto più calda, più leale e più toccante della sua traduzione. Pensate che i greci erano disposti a morire per “philia”. Aristotele ha raccomandato di superare l’eros nella gioventù e di basare le nostre relazioni – specialmente i nostri matrimoni – su una filosofia di philia. La parola aggiunge una sfumatura importante alla nostra comprensione della coppia e non solo. Estende infatti l’amore a diverse forme relazionali e non solo a quella classicamente intesa di coppia romantica.
Ma non finisce qui perché i Greci avevano una terza parola per amore: agape (ἀγάπη). Mentre le parole eros e philìa sono arrivate a noi e ne cogliamo il senso, agape è per noi un concetto più sfuggente e complesso.
“Nell’uso precristiano ha descritto un sentimento d’amore trascendente, come è quello che può manifestarsi fra sposi, o nel rispetto per i morti, o in un’attività che ci sta a cuore; un amore disinteressato, lontano da ogni egoismo, che però si distanzia in maniera netta dall’affetto solo con l’uso che ne fu fatto in epoca cristiana.” Con il cristianesimo infatti agape, per i latini caritas, si è trasformata in carità ed è stato accostato ai riti cristiani.
Come potremmo tradurlo oggi? Questo può essere tradotto come benevolenza, tenerezza, comprensione, compassione, empatia. È quello che potremmo provare nei confronti di qualcuno che si è comportato piuttosto male a causa del suo passato o del suo carattere, ma per il quale proviamo compassione.
Agape è ciò che un Dio potrebbe provare per la sua gente, o ciò che un pubblico potrebbe provare per un personaggio tragico in un’opera teatrale. È il tipo di amore che sperimentiamo per la fragilità e la vulnerabilità di qualcuno piuttosto che per la sua forza.
L’Amore non è solo ammirazione per le virtù, ma anche simpatia, empatia e generosità verso ciò che è fragile e imperfetto in noi.
Quindi anche se pensate che San Valentino non vi riguardi perché non avete una relazione, non vi chiamate Valentina o Valentino, o semplicemente non credete nella festività imposta dall’alto, sappiate che probabilmente viviamo molte più forme di amore nelle nostre vite di quanto il nostro attuale vocabolario possa contenere.
Alessandra Notaro
Fotografia: Rob Woodcox