Ikigai. La via giapponese della Felicità

Ikigai. La via giapponese della Felicità

Nella nostra visione occidentale siamo abituati a considerare i giapponese come rigorosi e estremamente rispettosi delle regole, non pensiamo che sotto i loro vestiti da lavoratori impeccabili si nasconda la loro preziosa individualità coltivata attraverso una filosofia di vita, l’Ikigai.

Tutti noi cerchiamo la felicità. Che essa si trovi in una pizza la sera con gli amici  o nel realizzare i nostri più alti obiettivi, il senso è sempre lo stesso. La felicità è data dai piaceri e dai contenuti di senso della vita.

Ikigai viene tradotto come ragione (gai) di vita (iki). L’Ikigai è sorretto da sei pilastri.

Questa parola è molto diffusa tra i giapponesi, scrive Ken Mogi nel “Piccolo libro dell’ Ikigai“. L’ho scoperta per caso. Guardando il programma Netflix, Extraordinary Home: case da sogno , sono rimasta affascinata non solo dallo stile delle costruzioni, ma soprattutto dal modo giapponese di raccontarsi. Ognuno di questi proprietari aveva “un qualcosa in più” rispetto ai proprietari degli altri paesi. Mi sono chiesta allora qual tipo di psicologia può aver fatto presa in un paese dove l’arte e la ricerca dell’armonia sono applicati su tutto.

E’ qui che ho incontrato l’ikigai, una filosofia di vita che fornisce benessere mentale e tra i suoi benefici fornisce anche solidità e resilienza

Nel film di Martin Scorsese, Silence, mi era rimasta impressa la frase di un padre gesuita costretto a rinnegare la propria fede. Egli dice che il Giappone è come una palude dove nulla riesce a mettere saldamente radici. Avevo visto negativamente questa considerazione del prete. Eppure nel libro di Ken Mogi questa stessa frase è messa sotto un’altra luce. I giapponesi sono curiosi e ricettivi alle novità. Nella palude vivono diversi microorganismi, è un ricco ecosistema da dove nacque la vita.

Provate dunque a chiedervi questo: quali sono le piccole cose che, nella palude della vostra mente, sono in grado di farvi percorrere un sentiero irto di difficoltà?

L’ikigai è sempre presente, anche se a volte non ci impegniamo abbastanza per raggiungerlo, anzi, scegliamo di zittirlo e ignorarlo perché siamo convinti di non avere la comprensione di chi ci circonda, ma solo critiche.

Cominciare in piccolo

Siamo abituati a pensare in grande, fare grandi progetti, proiettarci in un futuro estremamente distante. Facendo ciò finiamo per creare l’habitat dove frustrazione e senso di fallimento possono attecchire facilmente. La palude diventa in questo modo un luogo di stagnazione e paralisi. Ridimensionare il nostro desiderio, iniziando dal piccolo. Frazionate il vostro grande desiderio in piccole parti per sapere da dove iniziare. Praticate la cura per il dettaglio e il particolare senza necessariamente pensare ad un secondo fine.

Dimenticarsi di sè

Questo secondo pilastro è strettamente connesso all’ultimo, stare nel qui e ora. Questo concetto è simile al flusso di coscienza (flow of consciousness) teorizzato dallo psicologo Mihály Csíkszentmihályi. Egli arrivò alla conclusione che quando si è immersi in un’attività che ci da piacere, dimentichiamo il mondo circostante e anche di noi stessi – ovvero possiamo dimenticarci anche di soddisfare i nostri bisogni primari come mangiare, ecc. Concentrazione e attenzione sono massimi e il compito che stiamo svolgendo ci dà piacere fine a se stesso.

Dimenticarsi di sè è un concetto misteriosamente legato alla scoperta dei piaceri sensoriali. Quante volte guardando un film, stendendosi su un prato o semplicemente ascoltando una musica che ci piace abbiamo sperimentato in prima persona il piacere di dimenticarci di noi alleggerendoci dal peso dell’Io.



Armonia e sostenibilità

Wal’armonia, è ciò che permea la cultura giapponese. Tutto, il giardino, le proprie azioni, sono realizzate in una costante ricerca dell’armonia e dell’equilibrio. Pensare ad ogni gesto e ad ogni relazione con armonia, ci porta a trovare il giusto compromesso: ogni azione infatti deve essere pensata come in armonia con gli altri e con il sistema in cui siamo immersi. Questo la rende un’azione sostenibile perchè crea un effetto complessivo memorabile. Vivere in armonia con gli altri e con l’ambiente, comprendere e rispettare le caratteristiche individuali delle persone che ci circondano da vita ad una sorta di triade d’oro fatta di Ikigai, flusso e creatività.

La gioia per le piccole cose

Quali sono le piccole cose che vi danno piacere? In qualsiasi ambiente è possibile coltivare l’ikigai a prescindere dai riconoscimenti esterni. E’ possibile trovare l’ikigai fermando gli stereotipi e i pregiudizi della società e ascoltare finalmente la propria voce interiore. Potete iniziare chiedendovi quali sono le piccole cose che vi danno piacere e vi fanno stare bene, senza giudicarvi. Siate ricettivi a tutto ciò che vi circonda e vi piace.

Stare nel qui e ora

Negli ultimi anni questo concetto è stato valorizzato sempre più in diversi contesti e discipline. Stare nel qui e ora vuol dire fare esperienza ed immergersi completamente nel presente. La condizione di Presenza è fondamentale per la creatività ed aumenta il nostro grado di consapevolezza (mindfulness). In un mondo che ci fornisce distrazioni continue, dirigere consapevolmente l’attenzione ci permette di trarre piacere dalle piccole cose, di dimenticarci del sè e di aumentare la nostra capacità di stare e di vivere. Stare nel qui e ora ci permette di sentirci vivere.

Siate animati da curiosità e apertura mentale e ricordate che la felicità è data dai piaceri e dai contenuti di senso della vita.

Leggi anche:

Una serie di sfortunati eventi| La ricetta per resistere alle difficoltà

5 modi per sopravvivere al Blue Monday

Alessandra Notaro



 

Rispondi